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Fontana di Santa Maria in Trastevere: la più antica di Roma

Fontana di Santa Maria in Trastevere

La Fontana di Santa Maria in Trastevere è ritenuta la fontana più antica di Roma. Si trova sulla riva destra del Tevere, nel cuore di uno dei quartieri che meglio esprimono l’anima della Capitale.

Osservando la struttura della fontana, possiamo notare come questo incredibile monumento presenti forme molto diffuse nel Quattrocento: una vasca poligonale da cui s’innalzano due catini. Nonostante sia sopravvissuta fino ad oggi, la Fontana di Santa Maria in Trastevere ha alle spalle un passato di interventi e restauri.

Qual è la vera storia della fontana più antica di Roma, situata in Piazza Santa Maria in Trastevere? Scopriamola insieme.

La storia della fontana più antica di Roma

Molti storici ipotizzano che la fontana risalga addirittura all’epoca imperiale Augustea, e che fosse alimentata dall’Acqua Alsietina: questa sgorgava dall’acquedotto Alsietino, realizzato per alimentare la Naumachia, un lago artificiale creato da Augusto per gli spettacoli di combattimenti navali.

In base ad alcune testimonianze, i primi interventi sui resti della Fontana di Santa Maria in Trastevere risalgono alla fine del VIII secolo, sotto il pontificato di Papa Adriano I.

Il primo restauro della Fontana di Santa Maria in Trastevere

Nel 1450, Papa Niccolò V ordinò la costruzione di una vasca quadrata su dei gradini, al centro della quale vennero posizionati due catini di grandezze differenti: nasce così la prima struttura della Fontana di Santa Maria in Trastevere come la conosciamo oggi.

Il catino sommitale venne eliminato da Giovanni Valenza durante il pontificato di Alessandro VI Borgia. Il primo restauro che possiamo datare con certezza avvenne tra il 1496 e il 1501, opera dell’architetto Donato Bramante, che decorò l’unico catino rimasto con delle bocche a forma di testa di lupo dalle quali sgorgava l’acqua Alsietina.

La struttura fu radicalmente modificata alla fine dello stesso secolo, subito dopo il restauro da parte di Donato Bramante: Giovanni Fontana intervenne sulla forma quadrata della vasca, rendendola ottagonale.

Quale acquedotto alimenta la Fontana di Santa Maria in Trastevere?

La storia della fontana di Santa Maria in Trastevere attraversa alcuni degli acquedotti più importanti della Capitale. La prima modifica avvenne nel 1604, quando Girolamo Rainaldi sostituì l’Acqua Alsietina con l’Acqua Felice.

Non molto tempo dopo, l’alimentazione della fontana passò dell’Acquedotto Felice all’Acqua Paola, la stessa che alimenta tuttora la Fontana dell’Acqua Paola, seguendo l’antico Acquedotto Traiano: un grande cambiamento che rese necessario lo spostamento della fontana, dalla Chiesa al centro della piazza.

L’intera opera fu portata a termine da Bernini che, nel 1658, innalzò il monumento su dei gradini, collocò un’epigrafe commemorativa, gli stemmi di Papa Alessandro VII e incorporò le famose quattro conchiglie aperte sui lati.

Un flusso di storia, fino ai giorni nostri

La Fontana di Santa Maria in Trastevere è un emblema di cultura e arte, ma rivela anche numerosi adattamenti che ripercorrono la storia della Capitale.

Nel 1694, Carlo Fontana concluse un altro intervento: la vasca venne ampliata e realizzata in travertino, le quattro conchiglie sui lati furono rimpiazzate con altre di dimensioni più ingenti e, invece di mantenerle rivolte verso l’esterno, le diresse verso l’interno rendendola una dei monumenti più belli della Città Eterna.

Non perdere l’occasione di visitare Trastevere e lasciati ispirare da una delle passeggiate più belle di Roma: oltre alla Fontana di Santa Maria in Trastevere potrai ammirare l’Isola Tiberina, la più piccola isola abitata al mondo, e il suggestivo Lungotevere.

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