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Conosci le statue parlanti di Roma? Ci sono anche 2 fontane!
Che a Roma ci siano statue ovunque, è cosa nota. Ma quanti conoscono la storia delle statue parlanti della Capitale? Cosa sono e quale funzione svolgevano queste particolari statue della Città Eterna? Scopriamo insieme tutte le curiosità su questi monumenti ancora oggi molto amati da romani e turisti.
Le statue parlanti di Roma: una storia lunga più di 5 secoli
A Roma sono chiamate statue parlanti. E ancora oggi alcune di esse parlano davvero!
Si tratta infatti di una serie di statue, chiamate anche Congrega degli Arguti, su cui i cittadini romani fin
dal XVI secolo erano soliti affiggere le cosiddette pasquinate, messaggi anonimi dal tono fortemente
satirico, umoristico o provocatorio.
Principali destinatari di proteste e critiche erano, neanche a dirlo, i governanti della Capitale.
Quali sono le statue parlanti di Roma?
Le statue parlanti di Roma riconosciute per tradizione sono 6 e si trovano (quasi tutte) nel centro storico:
tra queste ci sono anche due fontane, che possono essere facilmente individuate sulla
mappa di punti idrici di Acea Waidy Wow.
Ma vediamole tutte nel dettaglio.
Il Pasquino, a pochi passi da piazza Navona
La più famosa statua parlante di Roma è quella di Pasquino, da cui deriva il termine
“pasquinate”. Questa rappresentazione di figura maschile, forse un guerriero, risalente probabilmente al III
secolo a.C, sorge a pochi passi da piazza Navona dal 1501.
I messaggi, inequivocabile espressione del malumore popolare, venivano appesi al collo della statua durante la
notte.
Famosissima fu, nel Seicento, l’invettiva contro papa Urbano VIII Barberini. Il messaggio, in latino, diceva:
“Quel che non hanno fatto i barbari, lo hanno fatto i Barberini”. Fu infatti per volere di Urbano VIII che
vennero asportate e fusi le travature di bronzo del Pantheon per costruire il famoso baldacchino di San
Pietro, realizzato dal Bernini, e i cannoni per Castel Sant’Angelo. Alcune fonti sostengono persino che per
costruire palazzo Barberini vennero prelevati i marmi del Colosseo.
Ancora oggi la statua di Pasquino continua a ospitare satire, poesie, invettive e lamentele dei romani che
vengono incollati su una stele collocata al suo fianco.
Madama Lucrezia, l’unica donna tra le statue parlanti
Unico rappresentante femminile tra le sei statue parlanti di Roma, Madama Lucrezia “abita”
piazza San Marco, adiacente a piazza Venezia. Madama Lucrezia è un gigantesco busto di donna, realizzato in
marmo e risalente all’epoca romana.
Chiamata così perché dono per Lucrezia d’Alagno, amante del re di Napoli, questa statua ospitò alcune
pasquinate, specialmente tra il 1600 e il 1800. Durante la Repubblica Romana del 1799, il popolo romano in
rivolta fece cadere a terra Madama Lucrezia. Il giorno dopo, sulle sue spalle, comparve la scritta “Non ne
posso veder più”.
La statua di Marforio, spalla di Pasquino
Un’altra delle celebri sei statue parlanti di Roma è Marforio. È una grande scultura di marmo di epoca romana, raffigurante probabilmente il dio Nettuno. Dal Cinquecento in poi cambiò posizione più volte. Prima in piazza San Marco, poi sulla piazza del Campidoglio. Oggi è ospitata nei Musei Capitolini e non fa più da cornice alle celebri pasquinate che l’hanno resa protagonista per tanti secoli come “spalla di Pasquino”: le due statue, infatti, dialogavano tra loro e si rispondevano a tono con pungenti battute.
Il Babuino, la fontana delle “babuinate”
Una delle due fontane parlanti di Roma è quella detta “del babuino”. La scultura, che sovrasta una vasca, raffigura un uomo con la barba disteso su un fianco. Nonostante si tratti di un sileno, la statua (che ha dato il nome alla celebre via della Capitale) è stata soprannominata dai romani “babuino” a causa della sua bruttezza. Era talmente particolare che divenne presto anch’essa parte della Congrega degli Arguti. Le invettive che ospitava venivano spesso chiamate “babuinate”.
La Fontana del Facchino, la più recente statua parlante
La più recente tra le statue parlanti è anch’essa una fontana. Si trova oggi in via Lata, una traversa di via del Corso, ed è una piccola statua di marmo risalente alla fine del sedicesimo secolo. Rappresenta un uomo che versa acqua da una botte. Si dice che il suo viso (che secondo alcuni raffigurerebbe Martin Lutero) sia così sfigurato perché nei secoli i bambini si divertivano a lanciargli dei sassi.
L’Abate Luigi e l’iscrizione che racconta le pasquinate
A fianco della splendida Basilica di Sant’Andrea della Valle, tra piazza Navona e Largo Argentina, sorge l’ultima delle sei statue parlanti di Roma. L’“Abbate Luiggi”, come lo chiamano i romani, è una statua di marmo di epoca tardo-romana che raffigura un alto magistrato. La sua base riporta in una iscrizione la storia delle sue pasquinate: “Fui dell’Antica Roma un cittadino, ora Abate Luigi ognun mi chiama. Conquistai con Marforio e con Pasquino nelle satire urbane eterna fama. Ebbi offese, disgrazie e sepoltura, ma qui vita novella e alfin sicura”.
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