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Come combattere la desertificazione: i progetti contro l'erosione del suolo

Combattere desertificazione

Il termine “desertificazione” fa eco alle lande misteriose e aride del deserto, ma l’accezione del fenomeno non è positiva, ed è più vicino di ciò che crediamo. Con l’aumento delle temperature e l’espansione demografica a livello globale, la vulnerabilità del pianeta e l’erosione del suolo stanno aumentando esponenzialmente.

Acea Waidy Wow lavora ogni giorno per alimentare la consapevolezza nazionale sui temi di carattere ambientale, preservare gli ecosistemi e proteggere i doni della terra. Vediamo insieme cos’è la desertificazione e quali sono le principali cause e conseguenze sulla biosfera; analizziamo la situazione attuale in Italia e quali progetti possono aiutare a prevenire questo fenomeno.

Che cos’è la desertificazione: cause e conseguenze dell’erosione del suolo

Dalla convention UNCCD COP13, tenutasi in Cina, è emerso che circa il 40% della superficie del pianeta ospita le cosiddette “zone aride”: quelle fasce aride, semi-aride e subumide secche in cui le precipitazioni annuali sono inferiori al fabbisogno terrestre, estremamente scarse o variabili.

L’attività umana intensiva e prolungata in queste zone e in altre aree fragili del pianeta può portare alla desertificazione: un fenomeno di degradazione permanente dei terreni, con conseguente erosione del suolo e incapacità della terra di trattenere l'acqua o di far crescere le piante. Se il suolo non riesce a produrre, gli esseri viventi non possono sopravvivere. I naturali rischi legati alla desertificazione coinvolgono l’intera biosfera, con fauna e popoli costretti a emigrare a causa dell’infertilità del terreno.

Da cosa è causata la desertificazione?

La causa principale della desertificazione è la vita quotidiana dell’uomo. Nonostante questo evento si sia verificato durante tutto il corso della storia, proprio per il suo legame con l’essere umano, gli ultimi anni hanno visto un degenerare dei fenomeni di erosione del suolo, anche a causa dell’aumento delle temperature. L’inurbamento, le pratiche agricole e di allevamento, lo spreco di acqua, l’estrazione mineraria sono tutte attività con un comune denominatore: lo sviluppo della società e lo sfruttamento delle risorse. L’urbanizzazione porta all’abbattimento di alberi e alla fuga della vegetazione; con l’allevamento, gli zoccoli degli animali calpestano la terra e le sostanze nutritive del suolo si prosciugano a causa delle colture.

La desertificazione in Italia: qual è il rischio nel Bel Paese?

Anche l’Italia è sempre più arida. Secondo l’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), il 28% del territorio è a rischio degrado. I fenomeni legati all’erosione sono diffusi principalmente nelle regioni del Sud e del Centro, ma interessano anche alcuni territori del Nord. In Sicilia, circa il 70% della superficie presenta un grado medio-alto di vulnerabilità ambientale, seguita da Molise, Puglia e Basilicata.

Nel 2022 in particolare, a causa dell’abbassamento di fiumi e laghi nelle regioni Padane, i territori hanno subito un inaridimento senza precedenti. Il livello di precipitazioni è sceso drasticamente, con picchi di siccità che hanno messo a rischio l’agricoltura Italiana.

Come combattere la desertificazione: gli esempi green

Come proteggere il pianeta dall’erosione del suolo? Una delle soluzioni più efficaci per prevenire la desertificazione e invertire la rotta è migliorare le pratiche agricole e di allevamento, adottando misure green e atteggiamenti sostenibili. Tra questi, le due tecniche più gettonate al momento sono la piantumazione e l’agroecologia: la prima porta zone d’ombra e accumulo di umidità nelle zone aride, mentre la seconda vuole ripensare i principi dell’agricoltura sostenibile tramite il riciclaggio della biomassa.

Con la Convenzione contro la desertificazione (UNCCD), le Nazioni Unite si impegnano a raggiungere obiettivi di neutralità del degrado del suolo. Tra le misure previste, le più importanti riguardano la collaborazione con le piccole aziende e gli agricoltori per diminuire il consumo idrico, preservare la fertilità dei terreni coltivabili e riparare quelli degradati. Tra le iniziative promosse dall'UNCCD, la Great Green Wall Initiative ha l’obiettivo di ripristinare 100 milioni di ettari in 20 Paesi africani entro il 2030.

Un esempio emblematico è la figura di Yacouba Sawadogo: originario del Burkina Faso, l’agricoltore ottantenne ha mostrato coraggio e determinazione nel voler contrastare il fenomeno della desertificazione. Yacouba ha tentato di ottimizzare la tecnica delle fosse Zai: recandosi in terreni non più fertili, ha riempito le buche di foglie ed escrementi per stimolare la riproduzione delle termiti. Questi esseri scavano piccoli cunicoli nel terreno, favorendo così l'accumulo di umidità e l’immagazzinamento dell'acqua: un’azione che contribuisce a iniettare sostanze nutritive e ristabilire l’equilibrio naturale del suolo.