1. Home
  2. /
  3. Sai cosa bevi?
  4. /
  5. Come si misura la qualità dell’acqua potabile?

Come si misura la qualità dell’acqua potabile?

Come si misura la qualità dell’acqua

Come si può immaginare, l’acqua che arriva ogni giorno nelle nostre case (così come quella che acquistiamo in bottiglia) è sottoposta a tantissimi controlli e deve rispettare una serie di severi parametri di qualità. Ma come si misura esattamente la qualità dell’acqua? Scopriamolo insieme in questo articolo.

Controllo qualità dell'acqua: dai sensi alle sofisticate strumentazioni

Nell’antichità i parametri utilizzati per stabilire la qualità dell’acqua erano prevalentemente basati sulla capacità degli organi di senso di percepire anomalie rispetto alla sostanza ideale: limpida, incolore, inodore e insapore.
Oggi sappiamo bene non ci si può affidare soltanto ai sensi…
E infatti possiamo contare su strumentazioni di laboratorio decisamente sofisticate.

Ma quali sono i valori e le caratteristiche monitorate?

Oggi i parametri stabiliti per legge1 per misurare la qualità dell’acqua sono principalmente di 3 tipi: microbiologici, chimici e indicatori.

  • Parametri microbiologici. Quando si parla d’acqua, la prima cosa di cui vogliamo essere certi è che sia sicura. Ebbene, l’analisi di questi parametri è finalizzata proprio ad escludere la presenza di gruppi microbici rilevanti per la valutazione igienico-sanitaria dell’acqua. Qualche esempio? Escherichia coli, enterococchi, coliformi ed altri microrganismi patogeni decisamente poco graditi e pericolosi per la nostra salute.
  • Parametri chimici. Oltre a germi e microrganismi, le analisi condotte sull’acqua destinata al consumo umano misurano regolarmente anche la presenza di sostanze potenzialmente tossiche, come antiparassitari, arsenico, piombo, mercurio, nichel e altri fattori di rischio chimico per cui sono stati fissati valori di parametro che non possono essere assolutamente superati.
  • Parametri indicatori. I parametri indicatori sono certamente quelli che conosciamo meglio. Infatti ci soffermiamo spesso a valutare la durezza dell’acqua (ovvero la concentrazione di calcio e magnesio), perché quando è eccessiva può causare fastidiose incrostazioni di calcare. Altrettanto noti sono il residuo fisso, che indica la quantità di sali minerali disciolti nell’acqua, e il pH, l’indicatore che ci dà una stima dell’acidità dell’acqua. Ma non sono di certo gli unici: fanno parte di questa categoria anche i parametri relativi alla presenza di sodio, disinfettante residuo, ferro, solfato e diversi altri.

Acqua di altissima qualità... direttamente dalla rete!

Quando beviamo un bicchiere d’acqua di certo non ci accontentiamo di sapere soltanto che è sicura, deve anche essere buona. E l’acqua della rete idrica che arriva nelle nostre case risponde a tutte queste caratteristiche: chimiche, microbiologiche... ed organolettiche. Insomma, si tratta di acqua di altissima qualità che ci disseta anche quando siamo in giro per la città. Infatti basta consultare la mappa dei punti idrici disponibile sull’app Acea Waidy Wow per trovare la fontanella pubblica più vicina dove riempire la propria borraccia.


1 Fonte: Decreto Legislativo 31/2001